Stimato fotoreporter e raffinato fotografo d'arte, István Mizerák visse in Ungheria nella seconda metà del 20° secolo. Sebbene non volle identificarsi con l'ideologia politica comunista del suo tempo, il suo forte patriottismo lo trattenne dal cercare fortuna all'estero. Si tenne a distanza - ideologica e geografica - dall'élite comunista e non fu mai membro del partito. Grazie al proprio talento avrebbe potuto ottenere riconoscimenti professionali ancor più grandi, ma la sua integrità personale fu sempre più importante della fama.
István Mizerák nacque a Ózd, Ungheria, il 19 dicembre 1942. I suoi genitori, quando la loro città natale fu annessa alla Cecoslovacchia, lasciarono le montagne natie per stabilirsi in Sajóvárkony, la prima città sul nuovo confine Ungherese. István Mizerák ricevette qui la sua educazione. La sua prima fotocamera la ottenne a soli nove anni, barattandola con la collana ricevuta in dono al battesimo. Prese molto sul serio la fotografia sin dal primo momento, sviluppando le sue pellicole e stampando le sue foto da autodidatta. Era chiaro fin dall'inizio che questo sarebbe diventato il suo vero mestiere.
Il magico mondo della luce catturò Istvan Mizerak sin dalla tenera età, a partire da quella del palcoscenico. Egli fu brillante attore, cantante e ballerino, ebbe un grande successo nel teatro locale, anche come regista. Dopo aver completato il servizio militare in Lillafüred, István Mizerák iniziò a lavorare come promotore culturale a Ózd, ma la sua passione per la fotografia presto avrebbe preso il ruolo da protagonista nella sua vita. La sua carriera da fotografo decollò nel 1966 quando, con lo pseudonimo di "Finita", prese parte ad un concorso fotografico e vinse il secondo premio. Eppure nulla era "finito", al contrario, è stato l'inizio di qualcosa di meraviglioso che diventò la sua vera vocazione.
In quegli anni Ózd, grazie alla sua vasta produzione di acciaio, era una città industriale ricca e vivace. L'impianto metallurgico, cuore pulsante della città, forniva lavoro a molte persone, tra cui il giovane István Mizerák, che proprio qui ottenne il suo primo lavoro come fotografo. Avrebbe dovuto ricoprire esclusivamente la carica di “fotografo di protocollo” ma Istvàn non si limitò a questo. Non si limitò al ruolo da corte nella parata dei magnati comunisti. Al contrario, muovendosi tra i capannoni dello stabilimento metallurgico, scatta magnifiche foto di semplici lavoratori tra le fiamme scintillanti del ferro incandescente. István Mizerák coglie la bellezza schietta e geometrica del paesaggio industriale circostante. Nelle fotografie di questo periodo i temi del potere e della politica sono quasi assenti o perlopiù presentati in modo ironico. Se guardiamo l'opera di István Mizerák nel suo insieme, notiamo come una parte significativa di essa sia legata al tema dell'industria metallurgica locale e dei suoi lavoratori. Non vengono in mente parole come "proletariato" o "comunismo", l’accento è posto sulla rappresentazione della dignità umana e sull'eroismo dei soggetti, che affrontano, in condizioni quasi impensabili, il lavoro della produzione industriale pre-robotica.
Nel 1968, István Mizerák divenne corrispondente per l'agenzia nazionale dell'informazione (MTI), che, per sua stessa ammissione, fu una grande scuola di crescita professionale. Negli anni successivi, quasi tutti i quotidiani nazionali ungheresi pubblicarono le sue foto. Il giornale locale "Ózdi Vasas" e il quotidiano regionale "L'Ungheria Settentrionale" pubblicarono regolarmente i suoi articoli correlati alle sue foto di attualità. In questo periodo espose anche le sue fotografie d’arte (i suoi ritratti di vita) in Ungheria e all'estero, vincendo numerosi premi e ottenendo molti riconoscimenti. Ricevette da parte del sistema politico promesse di migliori condizioni di vita e proposte di lavoro, ma la sua dignità fu sempre più forte delle lusinghe.
L'amore per la natura lo accompagnò per tutta la vita. Cacciatore appassionato, István Mizerák, fu anche membro della Società Ornitologica Ungherese. Le sue immagini del Parco Nazionale di Aggtelek furono usate per molti anni per promuovere la riserva naturale, che oggi fa parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Nella seconda metà degli anni novanta la sua salute cominciò a peggiorare, così come la sua vista andò a deteriorarsi progressivamente. Tuttavia continuò a scattare foto fino all'ultimo giorno della sua vita. Non era solo il suo lavoro, era la sua vera vocazione.
István Mizerák ha creato un’arte di respiro europeo pur rimanendo fortemente legato ai temi della sua patria.
Le immagini che ci ha lasciato non hanno perso nulla della loro autenticità. Vanno oltre il contesto storico-politico in cui sono state scattate, non ne perdono il significato slegandosi da esso anzi, racchiudono una bellezza ed un valore universale, che ancora oggi tocca profondamente l’animo di che le guarda.
Era un Fotografo, non avrebbe potuto essere altro.
István Mizerák nacque a Ózd, Ungheria, il 19 dicembre 1942. I suoi genitori, quando la loro città natale fu annessa alla Cecoslovacchia, lasciarono le montagne natie per stabilirsi in Sajóvárkony, la prima città sul nuovo confine Ungherese. István Mizerák ricevette qui la sua educazione. La sua prima fotocamera la ottenne a soli nove anni, barattandola con la collana ricevuta in dono al battesimo. Prese molto sul serio la fotografia sin dal primo momento, sviluppando le sue pellicole e stampando le sue foto da autodidatta. Era chiaro fin dall'inizio che questo sarebbe diventato il suo vero mestiere.
Il magico mondo della luce catturò Istvan Mizerak sin dalla tenera età, a partire da quella del palcoscenico. Egli fu brillante attore, cantante e ballerino, ebbe un grande successo nel teatro locale, anche come regista. Dopo aver completato il servizio militare in Lillafüred, István Mizerák iniziò a lavorare come promotore culturale a Ózd, ma la sua passione per la fotografia presto avrebbe preso il ruolo da protagonista nella sua vita. La sua carriera da fotografo decollò nel 1966 quando, con lo pseudonimo di "Finita", prese parte ad un concorso fotografico e vinse il secondo premio. Eppure nulla era "finito", al contrario, è stato l'inizio di qualcosa di meraviglioso che diventò la sua vera vocazione.
In quegli anni Ózd, grazie alla sua vasta produzione di acciaio, era una città industriale ricca e vivace. L'impianto metallurgico, cuore pulsante della città, forniva lavoro a molte persone, tra cui il giovane István Mizerák, che proprio qui ottenne il suo primo lavoro come fotografo. Avrebbe dovuto ricoprire esclusivamente la carica di “fotografo di protocollo” ma Istvàn non si limitò a questo. Non si limitò al ruolo da corte nella parata dei magnati comunisti. Al contrario, muovendosi tra i capannoni dello stabilimento metallurgico, scatta magnifiche foto di semplici lavoratori tra le fiamme scintillanti del ferro incandescente. István Mizerák coglie la bellezza schietta e geometrica del paesaggio industriale circostante. Nelle fotografie di questo periodo i temi del potere e della politica sono quasi assenti o perlopiù presentati in modo ironico. Se guardiamo l'opera di István Mizerák nel suo insieme, notiamo come una parte significativa di essa sia legata al tema dell'industria metallurgica locale e dei suoi lavoratori. Non vengono in mente parole come "proletariato" o "comunismo", l’accento è posto sulla rappresentazione della dignità umana e sull'eroismo dei soggetti, che affrontano, in condizioni quasi impensabili, il lavoro della produzione industriale pre-robotica.
Nel 1968, István Mizerák divenne corrispondente per l'agenzia nazionale dell'informazione (MTI), che, per sua stessa ammissione, fu una grande scuola di crescita professionale. Negli anni successivi, quasi tutti i quotidiani nazionali ungheresi pubblicarono le sue foto. Il giornale locale "Ózdi Vasas" e il quotidiano regionale "L'Ungheria Settentrionale" pubblicarono regolarmente i suoi articoli correlati alle sue foto di attualità. In questo periodo espose anche le sue fotografie d’arte (i suoi ritratti di vita) in Ungheria e all'estero, vincendo numerosi premi e ottenendo molti riconoscimenti. Ricevette da parte del sistema politico promesse di migliori condizioni di vita e proposte di lavoro, ma la sua dignità fu sempre più forte delle lusinghe.
L'amore per la natura lo accompagnò per tutta la vita. Cacciatore appassionato, István Mizerák, fu anche membro della Società Ornitologica Ungherese. Le sue immagini del Parco Nazionale di Aggtelek furono usate per molti anni per promuovere la riserva naturale, che oggi fa parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Nella seconda metà degli anni novanta la sua salute cominciò a peggiorare, così come la sua vista andò a deteriorarsi progressivamente. Tuttavia continuò a scattare foto fino all'ultimo giorno della sua vita. Non era solo il suo lavoro, era la sua vera vocazione.
István Mizerák ha creato un’arte di respiro europeo pur rimanendo fortemente legato ai temi della sua patria.
Le immagini che ci ha lasciato non hanno perso nulla della loro autenticità. Vanno oltre il contesto storico-politico in cui sono state scattate, non ne perdono il significato slegandosi da esso anzi, racchiudono una bellezza ed un valore universale, che ancora oggi tocca profondamente l’animo di che le guarda.
Era un Fotografo, non avrebbe potuto essere altro.